L’intrusione salina, un fenomeno in cui l’acqua di mare penetra nelle falde acquifere sotterranee di acqua dolce, sta diventando una preoccupazione crescente a livello globale. Questo processo avviene quando l’equilibrio tra le precipitazioni che ricaricano le riserve d’acqua dolce e la pressione dell’acqua marina che avanza verso l’entroterra viene alterato.
Uno studio condotto dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa ha rivelato proiezioni allarmanti riguardo a questo fenomeno. Secondo i risultati, entro il 2100 circa il 77% dei bacini idrografici costieri in tutto il mondo potrebbe essere interessato dall’intrusione salina, mettendo a rischio le riserve di acqua potabile, danneggiando gli ecosistemi e corrodendo le infrastrutture.
L’aumento del livello del mare e la riduzione delle precipitazioni sono i principali fattori che contribuiscono a questo fenomeno. Quando le piogge diminuiscono, la ricarica delle falde acquifere rallenta, riducendo il flusso di acqua dolce verso l’oceano e facilitando l’ingresso dell’acqua salata.
La ricerca ha analizzato oltre 60.000 bacini idrografici costieri in tutto il mondo, esaminando l’impatto combinato della diminuzione della ricarica delle falde acquifere e dell’innalzamento del livello del mare. I risultati mostrano che l’82% dei bacini studiati potrebbe essere interessato dall’intrusione salina a causa dell’innalzamento del mare, mentre il 45% potrebbe subire lo stesso effetto a causa della ridotta ricarica delle falde.
Le aree più vulnerabili includono la Penisola Arabica, l’Australia Occidentale e alcune zone del Golfo del Messico, dove la pressione delle acque marine è particolarmente intensa.
Kyra Adams, scienziata delle acque sotterranee presso il JPL e autrice principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di comprendere le condizioni locali per gestire efficacemente il fenomeno. “A seconda di dove ci si trova e di quale fattore prevale, le strategie di gestione potrebbero variare,” ha dichiarato.
L’intrusione salina rappresenta una minaccia significativa per le risorse idriche costiere e richiede un’azione globale concertata per mitigare i suoi effetti, proteggendo così sia le comunità umane che gli ecosistemi naturali.